
A folktale from vietnam
Presentazioni e talk
10 Dicembre 2022
Cagliari Museo d'Arte Siamese Stefano Cardu
Sabato 10 Dicembre il fotografo Gianpaolo Arena, editore del magazine Landscape Stories e fondatore del progetto CALAMITA/Á e Osservatorio fotografico sul territorio del Vajont, presenterà al pubblico cagliaritano il suo ultimo libro A Folktale from Vietnam: Speeding Motorcycles and Roasted Lemongrass (editrice The Velvet).
Un lungo lavoro di ricerca sviluppato in 10 anni, che analizza aspetti sociali, culturali e paesaggistici di una nazione in continua mutazione.
L’incontro avrà inizio alle 18:30 a Cagliari al Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu. In collegamento con l’autore vi sarà la curatrice del progetto editoriale Chiara Capodici, esperta di editoria fotografica e direttrice dello spazio Leporello a Roma, realtà nazionale dedicata al fotolibro.
Un momento di condivisione e riflessione sulla fotografia, attraverso le parole di due professionisti del panorama internazionale, attivi da molti anni nella produzione e divulgazione della cultura visuale.
L’evento è organizzato da OCCHIO (www.occhio-lab.it), Orientare srl (www.orientare.it) e il Comune di Cagliari.
A FOLKTALE FROM VIETNAM
“A FOLKTALE FROM VIETNAM: Speeding Motorcycles and Roasted Lemongrass” è il risultato di 8 anni di ricerca e la produzione di una serie di fotografie realizzate in Vietnam nel 2013, 2015 e 2018. Sia le fotografie che i saggi esaminano il complesso legame tra paesaggio e civilizzazione. In questa sequenza ramificata di espansione urbana, luoghi e ritratti possiamo incontrare la compresenza di periodi e culture che a volte si scontrano, a volte si mescolano tra loro. Questo progetto cattura frammenti di rituali e di modi di vivere diversi della società vietnamita contemporanea. Il mio sguardo si sofferma sul presente e sul futuro delle città, tra memoria e decadenza, cultura e capitalismo, folklore e propaganda.
Il concept e la grafica sono a cura di Chiara Capodici, curatrice e bookdesigner.
Il libro è stato pubblicato dall’editore tedesco The Velvet Cell, con base a Berlino e curato dal fotografo irlandese Éanna de Fréine, che nel tempo ha pubblicato una settantina di pubblicazioni e dato valore a ricerche analoghe di autori internazionali come Peter Bialobrzeski, Alejandro Cartagena, Hans-Christian Schink, Toshio Shibata, Greg Girard e Alexander Gronsky.
Introduzione: Gianpaolo Arena
Saggi: Francesco Bergamo, Simona Galateo, Fabio Severo
Estratti dal libro
What's lost is found
di Gianpaolo Arena
Ricordo la prima notte trascorsa a Ho Chi Minh City, nel cuore della vecchia Saigon, dove la città è satura di edifici e stratificata di segni e di memorie. Le vecchie case a due piani, basse e rivestite di cavi elettrici, sono strette e poco illuminate; di giorno negozi annegati di insegne vivaci, di notte dormitorii in cui in una stanza si dorme in sette. Era molto tardi e, a causa del jet lag e dei rumori del traffico e della musica proveniente dalla base dell’edificio del mio hotel, non riuscivo ad addormentarmi. All’improvviso, dopo molte ore di junk music, ho riconosciuto immediatamente Go Bang! #5 dei Dinosaur L nel remix di François Kevorkian, con i suoi ritmi spastici e sincopati e i suoi BANG, BANG, BANG!!! Un’epifania. In un attimo ho realizzato quanto tutto fosse talmente caotico da essere poetico, talmente frenetico da essere magico. La cangiante, mutevole Ho Chi Minh con le sue luci colorate e l’atmosfera dolciastra e lattiginosa all’improvviso si è trasformata in New York. La stessa città dove in Dong Khoi Street durante gli anni ’50 giovani soldati americani si recavano in sordidi bar…
Vietnam: lo sviluppo urbano fra tradizione e globalizzazione
di Simona Galateo
Tra segni di comunismo e desiderio di consumismo, negli ultimi vent’anni il Vietnam sta vivendo una delle transizioni urbane più vigorose del sud est asiatico, legata ad uno straordinario e costante sviluppo economico che secondo le previsioni si rafforzerà ancora nei prossimi decenni. Se da una parte la crescita economica del capitalismo asiatico ha portato numerosi benefici per l’intero paese, dall’altra sono sempre più evidenti tutte le fragilità che uno sviluppo urbano così repentino e aggressivo ha generato. Tuttavia, è proprio nelle contradditorie intecapedini tra questi due aspetti che si sono definiti l’identità e il carattere urbano delle città vietnamite e dell’intero paese.
Oggi il Vietnam – da molti considerato come la prossima “tigre asiatica” – è una sorta di paradiso per tutti gli operatori finanziari internazionali che negli ultimi anni hanno iniziato a investire in questo nuovo territorio di conquista, forti di una liberalizzazione del mercato voluta dallo Stato dopo il periodo delle guerre del secolo scorso; incoraggiati ancora di più dall’entrata del paese nel WTO (World Trade Organization) nel 2007, anno in cui il Vietnam è stato fagocitato nel sistema della finanza urbana globalizzata.
Sulle tracce del paesaggio sonoro vietnamita
di Francesco Bergamo
La fotografia è il dispositivo principale che questo libro impiega per indagare, restituire e rappresentare luoghi, ambienti e paesaggi del Vietnam. Essa afferisce naturalmente al dominio del visivo, eppure è capace di ob-servare e di evocare anche parte di ciò che pertiene alle dimensioni dell’olfatto, del gusto, del tatto e dell’ascolto. Questa considerazione è necessaria per comprendere il senso di descrivere il paesaggio sonoro di un Paese di cui non ho mai calpestato il suolo e che conosco principalmente dalle parole, dalle immagini e dai tanti suggerimenti bibliografici e audiovisivi ricevuti dall’autore di questo libro: scrivere di un luogo mai visitato è rischioso, e lo è ancora di più riflettere su una cultura incontrata solamente attraverso le sue rappresentazioni. Quando poi si tratta dell’Oriente, osservato da un occidentale, i tranelli causati da stereotipi e pregiudizi culturali sono pressoché inevitabili: nelle annotazioni di Tōru Takemitsu sulle differenze tra musica occidentale e orientale, così come in quelle di John Cage, si scopre che a rientrare nella categoria dell’Orientale ricade tutto ciò che è non-occidentale, privo delle – e libero dalle – sovrastrutture e definizioni che hanno progressivamente “elevato” l’arte musicale sradicandola dalla sua dimensione insieme orfica ed ecologica, vale a dire confinandola in tempi e spazi separati dallo scorrere della vita di tutti i giorni…
Una geografia privata
di Fabio Severo
Il Vietnam del nostro immaginario nasce al crocevia tra cinema, letteratura e fotografia. Nel tempo questo incrocio ha prodotto un sostrato di conoscenza pregressa del paese, rendendo difficile liberare lo sguardo per proporne una lettura diversa. Vietnam vuol dire pensare l’esotico, vuol dire l’Asia come idea geografica indistinta, vuol dire l’altrove per eccellenza.
My Vietnam di Gianpaolo Arena si propone non come la cronaca di un paese ma come la declinazione per immagini dell’esperienza di un viaggio, la documentazione del cambiamento del proprio modo di osservare. Molti livelli di senso e rappresentazione si sovrappongono in questa ricerca: c’è il proprio sguardo sulle cose, c’è il confronto con ciò che non si conosce, diviso tra la reazione istintiva ai luoghi e la memoria iconica che portiamo con noi nel viaggio; infine c’è il proprio stile fotografico.
Museo d'Arte Siamese S. Cardu
Il Museo d’Arte Siamese è stato inaugurato nel 1918, in seguito alla donazione di una preziosa raccolta di oggetti d’arte provenienti dall’Estremo Oriente da parte di Stefano Cardu (Cagliari 1849 – Roma 1933), imprenditore edile rientrato nei primi anni del Novecento da Bangkok, la capitale del Regno del Siam dove aveva vissuto e lavorato per oltre vent’anni.
La collezione Cardu è oggi tra le più importanti in Europa per il numero di opere di origine siamese, essendo composta da oltre milletrecento manufatti di squisita qualità e fattura, databili tra il XIV e il XIX secolo. Il Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu è ospitato nella Cittadella dei Musei, il maggiore polo museale dell’Isola.